Avrei voluto aprire gli occhi
leggendo il nome mio sulle tue labbra,
immaginando il respiro del risveglio
come il primo alito dell’universo,
quando il cielo è un rincorrersi dell’alba
e l’inchiostro della notte è solo un sogno
svanito prima di lasciare macchie d’ombra
a nascondere la linea dell’orizzonte.
Avrei voluto allungar la mano
per cogliere dalla tua bocca una parola
accompagnata da melodia di flauti,
per sentirla scorrere sul volto
e tra i capelli, come l’onda
che gioca col profilo della chiglia.
Avrei dimenticato il sale del deserto,
che brucia la pelle e inaridisce il volto.
Un post fantastico – estasiata dalla tua bravura
Quell’amore sognato con la dolcezza di un animo sensibile avrebbe donato variegati
colori ai momenti della giornata, spesso opachi ,e mancanti di quella verve che rende
gioiosa la vita….
Splendido poetare