Più non odo la voce della poesia
tessere parole di zucchero e di miele
mentre ricama un velo tenace
e trasparente
per accogliere lo sguardo attonito
della disperazione.
La realtà reclama un posto d’onore
nella sala d’aspetto del destino,
un tavolo da macello
sul quale inerti e inermi si giace,
in attesa della morte,
cui si fa la corte
come alla più soave delle spose,
che accostando le labbra al nostro viso
ci ruberà l’ultimo respiro
liberandoci dal calvario della vita.
Molto bella e in questi giorni da rileggere per meditare.
Buona Pasqua Carissima!
Un momento inquieto in cui si recepisce con negatività il corso della vita, capace anche
di trasmettere profonde emozioni….da non dimenticare
Un forte abbraccio Marina, è sempre piacevolmente coinvolgente leggerti!
Sai donare emozione incredibile con i tuoi versi. Un post assai significativo in tutto.