Come zolla indurita dal gelo,
intrisa di sterco e di piscio,
impermeabile all’umida notte,
refrattaria al pallido sole invernale,
abbandonata nel campo incolto
disseminato di sterpi e di gramigna,
osservo lo sguardo vitreo della follia,
mendicare pigolando un bacio d’amore,
la carezza negata
che Il palmo di mano rifiuta di dare,
un sorso di speranza sulle labbra riarse
dalla rassegnazione.
Nel tuo volto neutro e levigato
si cela la smorfia d’infinito orrore,
l’incredulo specchiarsi della mente tradita
in un corpo anchilosato,
che lentamente muore.
il tempo che passa segue e crea i nostri impegni della vita da copione secondo il destino.
se la realtà del tempo di oggi è il triste futuro di un passato …ieri gia tutto è finito.
domani nuovi sogni son desiderio per buoni pensieri per vivere nuove ora adesso e sempre per amore eeh non pensare ai sacerdoti del male.
Versi tristissimi immersi in una realtà dolorosa, difficile da vivere, ma che bisogna necessariamente accettare….
Sempre bello leggerti cara Marina