Protende le braccia al tramonto
il molo immemore dei nostri passi,
quando s’inoltravano fino all’estremità del faro
là dove il profilo di crudo cemento intimorisce
la guglia del campanile che mollemente
s’immerge nell’acqua assopita
in riva al lago.
Un abbraccio
che non seppe trattenere a lungo
il calore di un fuoco ormai esangue,
cinge ancora l’invernale bruma dello sguardo
che oltre il limitar del porto immaginava
la sua via di fuga.
Ora, nel silenzio di quest’ora
che lentamente declina verso la sera
avvolgendo di porpora l’orizzonte
sfumato verso l’altrui riva,
soltanto il timoniere, in lontananza,
scandisce il ritmo degli scalmi e della voga,
accompagnando la malinconia del tempo,
con l’eco ovattata dei suoi ricordi.
Una bella poesia, bei versi…ciao a rileggerti!
Splendido sempre il tuo poetare, ti abbraccio!