Mi saziavo di te,
avidamente,
addentando il tuo nome
con l’emozione della prima volta,
la pelle umida di rugiada
offerta alla timida aurora
di una primavera sbocciata fra le mura
di un convento antico.
Mi sfiorò appena
Il sentore rancido di quell’ultimo boccone,
prima di essere travolta dai flutti
di una burrasca interminabile
nella quale io soltanto
non trovai legno al quale aggrapparmi
per maledire il giorno in cui
non avevo saputo resistere alla tentazione
di cogliere sassi per mangiare pane.
Durante i 40 giorni di digiuno nel deserto Gesù viene tentato tre volte dal diavolo.
La prima tentazione riguarda il cibo: « Il tentatore allora gli si accostò e gli disse: «Se sei Figlio di Dio, di’ che questi sassi diventino pane». » (Matteo 4,3)
Il significato simbolico di queste tentazioni è rappresentato prima di tutto dal deserto, luogo che non avendo in sé vita, avvicina all’esperienza della morte.
In particolare, la prima tentazione riguarda i piaceri carnali, che viene vinta con la virtù della castità.
Rimpianti e ricordi di situazioni che fanno sentire fortemente il loro peso, in un’anima molto sensibile….
Sempre bello soffermarsi sul tuo scrivere Marina