È una corteccia di betulla,
a conservare il candore di un tempo,
sgretolato sotto le unghie sporche
di terra e di rancore,
ridotto a brandelli dall’incuria
di una memoria avvelenata
dall’indifferenza
che l’ha ha nutrita.
Troppo lungo ed estenuante
il viaggio di ritorno
eroso dal rimorso seduto in bilico
sulle sponde molli dello stagno
e sprofondano i passi
nella palude dei desideri insani
dove il riflesso dei miei capelli
si confonde in un groviglio di alghe,
tra l’albume delle uova di rana.
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Impressioni su immagini della natura, che rispecchiano un particolare malessere interiore, in attimi di vita particolari, che saranno superati da respiri migliori
Sempre bello leggerti cara Marina, mille auguri per una Pasqua serena a te e Gianni