Non chiedere
all’angelo della morte
d’incenerirti il cuore,
scruta le sue pupille scavate
dall’avidità del sangue
e dissétati della sua pena.
Sentirai scorrere linfa nelle vene
a lenire il dolore che brucia
nello squarcio aperto
da quella lancia infuocata
che a tradimento ti ha colpito
al fianco.
Nulla sarà come prima,
ma resta l’ansia dell’attesa,
che si alimenta di pochi fotogrammi
accartocciati
come foglie d’autunno
e poi sarà di nuovo respiro,
nel silenzio siderale del cielo.
Sensazioni profonde dell’anima, dette in una sequenza di magnifici versi, ricchi di particolare creatività poetica, che sa donare pregio a questa magnifica lirica…
Un abbraccissimo, cara Marina, silvia