Cadeva
senza fretta posandosi quieta
sui primi germogli del tiglio
sognando il profumo dei fiori
e l’estate, con la brezza
che scende la sera dalla valle
a solleticar le gote.
S’imbiancava
il paese sotto lo sguardo
incredulo dei tetti
lasciandosi travolgere da
improvvisi fremiti
prima di concedersi al sonno,
intessuto del disperato
anelito di un sorriso.
Molto avvincenti queste immagini della natura, intinte in un poetare intenso e raffinato che col suo dire, si posa su emotività e screzi dell’anima.
Ho molto apprezzato questa bella lirica.
Ti auguro una serena Pasqua, cara Marina, e ti abbraccio con immenso affetto, silvia
Splendida, un abbraccio!