Follia d’amore,
nascosta ai confini della vita,
dove l’orizzonte sfuma nella nebbia
che vaporosa s’alza
liberando l’ancheggiar dell’onda.
Estremo rifugio in cui si culla
una fantasia sbilenca
che claudicando raggiunge la meta,
là dove l’occhio di Dio
non coglie la differenza
tra il crepuscolo della notte
e l’impallidir del cielo.
….trapela da questi splendidi versi un certo rammarico e un senso di solitudine che
saranno ben presto superati da inusitate argomentazioni che la vita, certamente,
donerà
Un desiderio d’amore che si nasconde e si rifugia nelle nebbie oniriche della nostra anima ( Avalon) e là zoppicanti si avviano incerti cercando di emergere sulle alte vette conquistate così faticosamente ma trionfanti. Così l’ho voluta interpretare. Molto apprezzata.
Sono gli uomini, infatti, a cogliere le differenze.
Mai Dio.
Nei versi traspare un incontenibile bisogno di rinnovamento.
Come l’esigenza di seguire il trasferirsi dell’anima in un rifugio più consono ai suoi bisogni più immediati ed intrinsechi.
Versi che si commentano da soli, per la loro purezza artistica e contenutistica.