Di quale donna vogliamo parlate?
Già, la donna… E’, né più né meno, che un bambolotto.
Quando è una “lei”, allora è madre, sorella, moglie, compagna, alla quale si chiede di essere una buona “fattrice”, cuoca, infermiera, psicologa… obbediente miscela di santità timorata di Dio e fedeltà canina, disposta a subire maltrattamenti e tradimenti, in cambio della certezza che “sopra-tutto” esiste la famiglia…
Quando è “l’altra”, diventa geisha, provocante, pronta all’uso, all’orgasmo, a “stare al suo posto”; la si può trattare come una puttana, quantificando il valore delle su prestazioni; con lei non si fa l’amore, ma si “scopa”, perché c’è feeling… e se non è mai stata madre, il suo corpo vale meno di niente, perciò può essere usato e buttato, quando è venuto a noia, con la stessa semplice noncuranza con cui ci si cambia un paio di slip.
Che sia “lei” o “l’altra” è comunque una “povera” donna, condannata a partorire anche gli uomini, spesso senza riuscire ad educarli…
Questa è la pubblicità di uno yogurt…
Essere donna non è la malattia resa incurabile forse per qualcosa d’impensabile combinato che ha cambiato l’umore di colui su che stà nel blèu dipinto di blù …
Rimani, resti e lo sei l’amore regina delle fantasie più belle. eeeh . togli dal blog quella tua brutta opinione.
Ho scoperto ora questa pagina, la condivido totalmente, sacrosanta verità!!
troppi pensieri cattivi superano quelli buoni.Periodicamente occorre fermarsi , anche se il tempo procede, tarando le forze insieme, senza fare scelte in nome di rapporti di essere sesso femmina o sesso maschio, per riunirsi nell’unico impegno di rendere più vivibile
il mondo da noi realizzato per vivere sulla terra.
Traspare profonda amarezza da questo brano, che purtroppo rispecchia delle verità
sacrosante,…ma certamente la grande personalità di cui è dotata l’autrice riuscirà
a scrollarsi di dosso “questi luoghi comuni”, inadatti alla sua profonda sensibilità e a
proseguire in un cammino radioso per la sua anima sempre giocosa…
Un forte abbraccio Marina