Tra poco saranno tre anni… ma il tempo non scorre, non scorre… mamma…
“Valentina” Foto di Sergio Perozzi 1949
E’ da domenica che l’agenda è qui con me, in questo luogo di dolore, di disperata umanità, in cui la vita e la morte s’incontrano, qualche volta s’incrociano, sfiorandosi, o ignorandosi, senza nemmeno guardarsi negli occhi…
Da tre giorni vivo qui, soprattutto la notte, senza aver aperto una sola volta la prima pagina bianca dopo il segnalibro…
Vivo in questo limbo a-temporale, sospesa a contemplare il lago, le montagne, il cielo, di giorno, ma soprattutto nel buio… e oggi… con quel vento… e le “ochette” che viaggiano dalla montagna verso la pianura…
In questi tre giorni avrei potuto riempirle tutte, le pagine dell’agenda… di odori, di parole, di persone, di ritmi… il ritmo delle macchine… che tengono in vita, ma che, a volte, vengono sconfitte, a dispetto di tutta la tecnologia dell’Universo… perché la Signora se ne frega.. e fa ciò che vuole, sempre…
E ci sono i tuoi occhi, mamma, sempre più vuoti, persi, inespressivi, quando sono aperti… e straordinariamente in movimento quando, sotto le palpebre chiuse, sognano, vedono luoghi, colori, persone…
Forse stai sognando mio padre, la nonna, chissà… o forse stai rivivendo il passato, luoghi, colori, persone… e non una ruga solca il tuo volto, mentre sogni e rivivi… perché forse sei finalmente felice, mentre, piano piano, ti stai allontanando…da qui, da noi: da me, che non sono stata una buona figlia, per te… da questo posto, che non hai mai amato… e che io, invece, adoro e ho scelto con tutte le mie forze…
Forse stai sognando Milano, le strade, le piazze, la tua casa, che non c’è più… che è stata venduta senza che tu nemmeno te ne accorgessi…
Forse stai percorrendo quelle stesse vie, abbracciata al tuo Sergio, che durante la guerra ti videro rischiare la vita… all’ALT della pattuglia fascista… mentre in tasca nascondevate la tessera della Brigata Matteotti…
E’ stato un altro Sergio a pensare per te, in questi giorni…
“Tu fai ciò che vuoi, ma chiama un sacerdote, non negarle questa opportunità…” Ci ha pensato lui, perché io non l’avevo presa in considerazione, questa opportunità…
Vedi? Anche questo, ti avrei negato… Oltre alle carezze, ai baci, alle coccole che dispenso sempre a tutti, tranne che a te…
Lo so, che non è stata colpa tua, non è mai stata colpa tua… Il tuo uomo se n’è andato… ma non è stata colpa tua…
Ti ho odiata, per questo… ma non sei stata tu la responsabile di questo abbandono… In ogni momento della tua vita hai dovuto sopportare il mio sguardo implacabile, glaciale, pieno di odio e di rancore…
“Perchè lui e non tu? Perchè mio padre?” Ora è il tuo sguardo, che si posa su di me e non mi vede, sente la mia voce, ma non la riconosce…
In questi tre giorni persone differenti tra loro, mi hanno detto, stranamente la stessa cosa: “Ora è il momento di accompagnare…”
Devo prenderti per mano, come hai fatto tu tante volte, quando ero piccola… e accompagnarti…
Ne sarò capace? Saprò lasciarti andare, staccando la mia mano dalla tua?
Intanto, da tre giorni vivo in questo limbo, sospesa tra il cielo e il lago… che oggi sono così straordinariamente simili, color cobalto… solo le “ochette”, che corrono verso la pianura, a rivelarne la differenza… mentre tu sogni e non sai…
5 marzo 2008 – pomeriggio
è una raccolta bellissima di sentimenti tutti raccolti in seno al tuo cuore che colora
intenso ituoi giorni belli di sorriso e di intenso di malinconia
Un racconto straordinariamente toccante e sentito.
Il dolore, può commentarsi solo in punta di piedi… senza troppe parole.
Un simbolico fiore, in segno di amicizia.
“Non omnis moriar” Orazio Flacco
Son troppo commossa ed emotivamente coinvolta per aggiungere altro ai campi elisi del tuo sconfinato dolore…. Lo stesso folgorante vuoto che ha colpito me e che mi ha portato via l’unico Amore della mia vita: mio padre. Un abbraccio, ciao carissima