Al buio si tende l’orecchio assetato di suoni,
di voci che la corrente trascina nel regno
del silenzio, dove si spegne il canto
sepolto tra le zolle del giardino incolto,
accompagnato dal fruscio delle betulle
che ingannano la morte sussurrandole
una nenia d’amore improvvisato.
Inatteso lo scalpiccìo di bambini
che impasta il cortile di ghiaia e di risate
appena smorzate da un sommesso richiamo,
mentre un’auto, in attesa oltre il cancello,
ingrana la marcia e si allontana in fretta
lungo il rettilineo che conduce al porto.
Un mese è trascorso… una vita non basterà per dimenticare…
Vorrei annodare insieme tutte le parole ” giuste “..
come fossero lenzuola…
NON SCONTARE PENE CHE NON HAI!
Te le hanno “date” ma non le hai!!
Marina….