Avrei preferito il sapore metallico del sangue
sul viso artigliato all’improvviso
da una zampata feroce e senza rancore
che lascia tracce di te sulla pelle insonne.
Invece una scia di profumo dolciastro e stantio
mi costringe a volger lo sguardo al passato,
tornando a quei fiori appassiti nel vaso
rubati alla siepe di rovo
coronata da una selva di velenose spine.