Prima era un’incoscienza del respiro,
solo un volo radente, cieco,
senza la percezione dello slancio.
Lancette di un orologio muto che illude,
un tempo che non affiora né fluisce,
ma insiste s’un presente che non esiste.
Ora è una rincorsa inutile verso l’uscita,
inseguendo brandelli di ricordi sfilacciati,
incrostati sotto la linea di galleggiamento.
E tu, che afferri la vita che sfugge dalle dita,
ascolti la nenia dell’acqua,
che ti conduce via.
Sempre un’emozione unica leggerti, ti abbraccio forte!
Consapevolezza del tempo che passa e sfugge.. e voglia di dare un senso a quegli attimi di vita rimasta…posata su ricordi del passato….
Sempre magnifico, soffermarsi sul tuo scrivere….un abbraccio forte Marina!