Ai rintocchi della mezzanotte
si chiuderà la porta e resterò seduta
ad ascoltare l’ospite
che respira nella penombra della stanza
e stringe nella sua morsa le membra anchilosate
che lentamente si piegano alla perversione della morte.
Scivolerà lieve il nastro dai pacchetti
accompagnando il gorgoglio della tua voce,
ruscello di montagna che rincorre l’aria tersa
e non conosce sosta.
Invano il silenzio cercherà di baciarmi le labbra secche,
aspirando l’eco dell’ultimo canto di questo Natale
arido e senza neve.
Il tempo attende soltanto
l’incanto di una nota tenuta,
ad libitum…