Lo sento ancora, incollato alla nuca
l’alito caldo dal fiato corto
che mi cingeva il collo
artigliando i miei undici anni
appesi al gancio di un domestico
macello.
È la voce della mamma,
che mi accarezza e mi rimbocca le coperte,
a respinger la paura,
lasciandola morire nel gelo della notte
divorata dal suo stesso branco.
Quella voce calda e quelle tenere accortezze che donano sollievo in momenti difficili
dell’infanzia…
Versi bellissimi, un abbraccio Marina
Senza parole… Un abbraccio grande!