La bestemmia piegava la bocca in una smorfia
innaturale, le labbra screpolate frementi di livore,
mentre sillabe arrochite scandite senza pudore
colpivano a fondo con l’insulto peggiore.
Eppure la vergogna, celata fra gli abiti dell’ira,
era pronta a cogliere la prima incrinatura
per mostrarsi in tutto il suo umile candore,
con uno scampolo di coscienza pulita
e un bicchiere d’acqua fresca fra le dita.
Ottima forma poetica per una quasi denuncia che sgorga dalle pieghe dell’anima….
Sempre bello leggerti Marina!