Sui tornanti del sentiero abbandonato,
là, nell’agonia delle ultime tracce di neve
tra il pietrisco sgretolato dal gelo e il prato,
cresce la smania di arrivare in vetta,
per rivedere l’idea del lago
come lo ricorda la memoria di un’altra stagione,
ormai disciolta nei rigagnoli del dolore.
Macchia lontana, eppure immenso,
scintillante carta stagnola, che s’accartoccia
e poi si distende, sfumando lentamente
nell’abbaglio della commozione,
lasciando al respiro un alito soltanto di sospiro
mentre gli occhi tuoi, stellati,
lacrimano appena, feriti dall’aria tersa e pungente
nel silenzio della montagna,
che solitaria prega.
Dal rifugio Campiglio, in località Pradecolo (Va), quota 1184, si domina il lago Maggiore e, nelle giornate particolarmente limpide, oltre alle prealpi lombarde e ticinesi, lo sguardo arriva fino al massiccio del Monte Rosa.