Lo so, che non accadrà.
La Resurrezione della carne
non è nei disegni di questo mondo.
Non la leggo nei tuoi occhi sempre più appannati,
non l’ascolto dalla tua voce sempre più flebile,
non la colgo tra le ossa del tuo costato
che tradiscono appena un impercettibile respiro.
Non basta spremere la fede come un’arancia
matura e succosa,
per ottenere Il dolce e dissetante elisir del miracolo.
È ancora imbevuta d’aceto la spugna
che strofina le mie labbra
e le tue
mentre la voce di Dio continua a tacere.
« Confutatis maledictis, flammis acribus addictis, voca me cum benedictis. Oro supplex et acclinis, cor contritum quasi cinis, gere curam mei finis. »
« Condannati i maledetti, gettati nelle vive fiamme, chiama me tra i benedetti. Prego supplice e prostrato, il cuore contrito come cenere, abbi cura della mia sorte. »