T’ho baciato la bocca
gelida di marmo
e gli occhi tuoi, chiusi
allo sguardo del mondo
rivolti soltanto al fruscio del silenzio
che scivola dentro una notte perenne,
solitaria e muta.
T’ho raccontato dell’estate di S. Martino,
mentre t’accompagnavo lungo la cantonale
che abbraccia il lago sfumato
dalla nebbia di novembre
e il confine ci ha visti
rallentare appena l’andatura,
nell’attonito stupore dell’improvvisa pioggia.
Ciao, Gianni…