La porta bianca
in stile giapponese
separa con la sua stoffa satinata
l’incubo della notte
dalla follia del giorno.
È leggero, il suo fruscio,
nello scandire un tempo
che si apre e si chiude
a simmetriche giornate immerse
nella medesima penombra
silenziosa e affranta.
Il futuro,incenerito
da un improvviso schianto,
abbandona i ricordi alla deriva,
come legni franti di una vela
lacera e smunta affogata
nel buio di un infinito pianto.
sempre bravissima cara Nemesis! un piacere rileggerti!