È approdata
al risveglio dell’alba
a zuccherare i tetti,
le chiglie addormentate
e la vita riparata
tra il piumaggio e la riva,
fiocchi distillati
senz’alcuna traccia
d’incenso né di mirra.
Saprò indovinare
tra ignote impronte
le tue, soffici, furtive,
mentre calpesto la bianca farina
con passi plumbei d’insofferenza,
fruscianti di un passato
zuppo di malinconia,
adagiato su una panchina vuota
che osserva la banchina
abbandonata e muta.
S’accenderà il confine
tra i miei occhi e il tuo pensiero,
mentre i rami scarni
rivolti al cielo
implorano il tuo profumo,
ma nello scontro
tra il candore della neve
e la fiammata della sera
dalle ali ti lascerai
sfuggir la piuma,
affiancando il tuo passo
al mio.
La vicinanza di un angelo soffice che si avvicina a noi sussurrandoci brezze di parole infinite che colmano la nostra anima di sensazioni indicibili….