Cerco invano tra i ricordi slabbrati
di una mente sfibrata
una sola parola che la tua voce
possa aver pronunciato per sbaglio
o soltanto per gioco,
da poter rivestire di cremisi
e di scarlatto
da tenere vicino nelle notti
del buio e del silenzio.
Sordo, cieco e muto
è il mio amore,
sfinito dal digiuno,
che da te lentamente s’allontana
eppure non vuol morire.
L’amore sofferto è quello più desiderato, quello che traccia solchi profondi che il tempo sembra non poter più alleggerire, in un percorso ove il vuoto d’intorno, sembra incombere…