Una sola parola, definitiva,
un punto fermo,
due sillabe scandite come
il tic tac dell’orologio,
l’oscillazione di un metronomo,
l’incedere di un passo cadenzato,
al ritmo ossessivo della marcia.
Uno stop che risuona come uno sparo,
un colpo secco, il botto di un mortaretto,
lo stridio di freni al capolinea
dell’ultima corsa di un vecchio tranvai,
spiato dai semafori intermittenti
della circonvallazione,
che invano tentano d’illuminare
una notte randagia, fradicia
di solitudine e di nostalgia.
Scende il sorriso dell’ultimo ricordo,
sale l’ombra muta dell’oblio,
occupando il sedile alle spalle del guidatore,
soffiandogli sul collo un respiro amaro,
mentre lo accompagna alla rimessa della vita,
sul binario morto dei sentimenti
traditi e calpestati,
abbandonati fra le macerie
in attesa di rottamazione.
????????? Ciao. Mi piace!!!!
Sembra non più esistere una via d’uscita, disillusa amaramente da eventi che hanno
soffocato le aspettative dell’anima…ora dispersa, come un naufrago, in un mare immenso
che non offre un porto su cui attraccare per poi riprendere una nuova rotta…
Splendidi versi